sabato 30 luglio 2011

Il fascino del mistero.


Adoro i castelli e il mistero che li avvolge.... Ricordo molto volentieri la mia visita al Castello dei Malaspina di Fosdinovo.





Il Castello di Fosdinovo si trova nel borgo omonimo e domina ancora oggi con la sua imponente mole trecentesca la costa Tirrenica sottostante e la Val di Magra che si apre alle sue spalle.  




Molte leggende aleggiano sul castello di Fosdinovo; per esempio si racconta che in questo maniero abbia soggiornato Dante Alighieri, evento storicamente improbabile. 







La stanza dove si dice dormì Dante 






Nel Castello di Fosdinovo si svolge un'altra vicenda, quella della marchesa Cristina Pallavicini, sposata con  Ippolito Malaspina. La marchesa è ricordata come una donna crudele, affascinante e con una vita macchiata di delitti. La leggenda racconta, che in vita sua ebbe molti amanti di ogni razza, che ospitava nel suo castello e poi uccideva freddamente. La marchesa passava tutta la notte con loro e dopo essere stati insieme, se ne sbarazzava facendoli precipitare nella botola posta al centro della sua stanza da letto. I malcapitati venivano legati, issati con una corda appesa ad un anello ancora visibile sulla cupola del soffitto e poi lasciati cadere nel baratro irto di taglienti lame. 




Proprio al di sotto della bottola, è stata scoperta un'altra stanza (soprannominata camera delle torture), dove cadevano i malcapitati.


Ingresso camera delle  torture



 (E’ probabile che il trabocchetto esistesse ma venisse utilizzato per eliminare i nemici politici della potente casata).





Come in molti altri manieri della Lunigiana, anche a Fosdinovo pare si aggiri un fantasma. Si tratterebbe della marchesina Bianca Maria Aloisia Malaspina che si instaurò una relazione amorosa con un giovane stalliere. A nulla valsero le esortazioni e le minacce dei familiari che, dopo il rifiuto della ragazza di sposare il nobile imposto dai genitori, uccisero il giovane stalliere e murarono Bianca Maria assieme al suo cane (simbolo di fedeltà verso il ragazzo amato) e ad un cinghiale (simbolo di ribellione verso la volontà dei genitori); da allora sembra che vaghi nel castello per far conoscere a tutti la sua triste storia. 





Pare, inoltre, che nella macchia di umidità nella sala del trono si riconoscano varie figure avvolte in un’aura chiara. Si distinguono una macchia bianca (il volto della ragazza), una macchia nera che l'avvolge, molto somigliante alle fattezze di un cane con un collarino più chiaro, una macchia molto grande e chiara sulla destra raffigurante un cinghiale e infine un volto umano, proprio sotto al collare del cane, nel quale si scorgono occhi, naso, bocca, mento e corona. Ciò che vi sto raccontando l'ho visto con i miei occhi e posso garantire che tali figure si distinguevano molto bene!





Ancora oggi, nelle notti di luna piena, lo spirito della fanciulla vaga per il castello con una veste bianca ed i capelli bellissimi sciolti sulle spalle.







Ma la storia  che mi ha incuriosito più di tutte,  è stata quella del letto che respira e del pomello dal quale si sente il battito di un cuore. Entrati nella stanza, io e molte altre persone, ci siamo avvicinate al letto e abbiamo visto che quest’ultimo era come rigonfio in superficie. La guida ci ha spiegato che questo era il letto nel quale era morto il marchese Ippolito, ucciso avvelenato dal figlio. Dal momento della sua morte, le lenzuola del letto sono sopraelevate e se toccate con leggerezza si riesce a sentire una sorta di flusso d’aria che ricorda un respiro. Io personalmente ho provato, ma non sono  
riuscita a sentirlo...peccato!



Questa è la culla della marchesina Bianca...è bellissima!!







Vi consiglio vivamente di visitare questo castello, è semplicemente fantastico!!!

venerdì 29 luglio 2011

Vanity...

Ragazze date un'occhiata a questi abiti e... rifatevi gli occhi!!!



































Sono fantastici vero? 


William Shakespeare  direbbe: Attraverso le vesti stracciate si mostrano i vizi minori: gli abiti da cerimonia e le pellicce li nascondono tutti.


A presto!

giovedì 28 luglio 2011

"La Dissoluta" di Alexandra Lapierre


Nel mio salotto dove amo parlare di arte, letteratura, musica, scienze... rivolgo uno sguardo al passato, un sorriso al presente e un pensiero  al futuro.




Voglio presentarvi un romanzo bellissimo" La Dissoluta"  vita ribelle della duchessa di Kingston, di Alexandra Lapierre , figlia del celebre Dominique, acclamato autore di bestseller, nota in Italia per le sue appassionanti biografie storiche: "Fanny Stevenson" (Mondadori 1994)  "Artemisia" (Mondadori 1999) frutto di molti anni di ricerca sulla vita della pittrice Artemisia Gentileschi e del padre Orazio, "Le Angeliche" (Mondadori 2001),"Vita straordinaria di William Petty" (Mondadori 2004).




Descrizione del libro

Alla fine del XVIII secolo, in un'epoca di violenze e passioni, una donna irrompe sulla scena sociale europea: il suo nome è Elizabeth Chudleigh. Appartenente alla piccola nobiltà inglese, senza dote e senza protezioni, era destinata a essere una delle tante vittime delle convenzioni del tempo. Ma Elisabeth è vitale, spiritosa, temeraria: ama la vita e il potere. Gli uomini soggiogati da lei dicevano: "Il temperamento... Ella ha temperamento." Elizabeth Chudleigh viene data in sposa a un uomo che odia. Ma lei sa ciò che vuole e sa come ottenerlo. Decide la sua vita. Tiene nascosto il matrimonio, ammalia tutta l'aristocrazia di tutte le corti europee, diventa la protetta del re d'Inghilterra, amica dell'imperatrice Caterina II di Russia, sposa di Evelyn Pierrepont, duca di Kingston, il grande amore della sua vita. Ora è bigama. Quando il suo segreto viene alla luce, è chiamata in giudizio a Westminster. Si celebra così il processo più clamoroso dell'epoca. La duchessa di Kingston rischia l'impiccagione. "La Dissoluta" è la storia vera di Elizabeth Chudleigh, che Alexandra Lapierre trasfigura nel racconto dell'esplosione di movenze, pulsioni e slanci della sensibilità moderna.










                                                                     




sabato 23 luglio 2011

WELCOME TO CASA GUIDI.



Celebre casa in cui abitarono i poeti inglesi Robert Browning ed Elizabeth Barret Browning.


“Amo i Suoi versi con tutto il mio cuore, cara Signorina Barrett…"


La Barrett arrivò in Italia a seguito del matrimonio segreto celebrato all’oscuro del padre, che ne era contrario, con Robert Browning, anche lui poeta, il quale dopo aver letto nel 1844 i “Poems”,  che la resero una delle più popolari scrittrici del momento, si spinse a scriverle per dirle quanto li avesse apprezzati. Nel 1845 si incontrarono, e poco dopo, si sposarono di nascosto e fuggirono insieme a Firenze, dove ebbero un figlio, Pen. Risiedevano in Piazza San Felice, a due passi da Palazzo Pitti, in un appartamento a Palazzo Guidi che oggi è diventato il museo di Casa Guidi, dedicato alla loro memoria.



In questa stanza con il letto ducale in ottone dorato e intarsiato con il baldacchino al quale erano appese tende di mussola bianca, il 9 marzo 1849 nacque il loro unico figlio Robert Wiedemann Barrett Browning, chiamato Pen. Il pianoforte che troneggia in mezzo alla stanza si trovava prima nel salone, mentre in camera vi erano divanetti, un grande armadio  e molti cassettoni; infatti Elizabeth era appassionata di sofa, ne aveva uno ovunque, mentre Robert aveva la mania per i cassettoni.


Entrando nella sala da pranzo, calda e familiare, sul grande tavolo ogni cosa esposta parla dei due poeti  e del loro amore. Sotto il vetro della grande credenza si possono ammirare alcuni oggetti come una spilla, bottoni di cristallo, una scatola porta fiammiferi, dei piccoli libretti autografati e tre foto di Elizabeth e Pen, scattate quattro settimane prima della morte della poetessa. Nelle foto Pen è impeccabile, ha lunghi riccioli biondi, ben curati, ed è vestito a gran festa. Solo il volto di Elizabeth mostra il suo precario stato di salute.

Il salone dove i  i Browning ricevevano i loro ospiti, è costellato di poltroncine e divanetti, tavolini, sedie e quadri alle pareti. I mobili non sono quelli originali acquistati dai poeti presso  rigattieri ed antiquari fiorentini, in quanto la maggior parte di essi fu riportata in Inghilterra nel 1861 dopo la morte di Elizabeth per arredare la casa londinese di Robert. A dimostrazione della cura e dell’amore che i Browning avevano per Casa Guidi, si dice che impiegarono circa due anni ad arredarla, cercando i mobili ed i quadri  pezzo per pezzo nelle botteghe fiorentine. Adesso ci sono mobili e suppellettili appartenuti alle famiglie Barrett e Browning e gentilmente donati a Casa Guidi, ma ciò che è indelebile è sicuramente l’atmosfera.


In questo salone i Browning ricevevano gli angloamericani in visita a Firenze che si recavano a Casa Guidi per rendere omaggio alla più grande poetessa di lingua inglese vivente.


Questa piccola stanza, sembra il posto adatto dove uno scrittore si poteva rifugiare per scrivere nell’intimità della sua casa. 
Questa casa è ricordata anche nel capolavoro di Robert Browning, “The ring and the book” (L’anello e il libro), lunghissimo e ambizioso poema in versi liberi - una delle più alte espressioni della letteratura inglese dell’Ottocento.


“Così leggendo questo libro appena trovato……..mi trovai a casa mia, presso la chiesa di San Felice, Casa GUIDI, nell’atrio di essa,
ove l’oscurità comincia con la prima pietra del freddo scalone..”
(da “L’anello e il libro”)
...se Dio vorrà,
Ti amerò ancora di più dopo la morte.

La sera del 28 giugno 1861 Elizabeth morì tra le braccia di Robert che lasciò casa Guidi quasi subito e tornò a Londra. Morì anni dopo, nel 1889, a Venezia, a casa del figlio Pen.

Piccola curiosità:In  via Tornabuoni si trovava la FARMACIA INGLESE, di cui ancora oggi esistono le insegne. Henry Roberts a metà ottocento ne fu il fondatore e pare che proprio in questa bottega abbia inventato il famoso borotalco. Era la farmacia preferita dai Browning.



La Duchessa ringrazia per l'attenzione.










sabato 16 luglio 2011


Adoro essere femminile. Ho sempre voluto scarpe bellissime!!! Voglio mostrarvene alcune paia.




Scarpa 1790
Scarpe e zoccoli del 1715

Scarpe inglesi del 1730
Adorabili!...del 1670


Avere nelle scarpe la voglia di andare. Avere negli occhi la voglia di guardare. E invece restare prigionieri di un mondo che ci lascia soltanto sognare, solo sognare.-- Lucio Battisti